Generalità e descrizione
Il nome botanico della pianta del mandorlo può essere Amygdalus communis L. = Prunus amygdalus Batsch; Prunus dulcis Miller. Si tratta di una pianta le cui origini sono da ricercare nell’Asia centro occidentale e in Cina. In Italia questa pianta esiste dal tempo dei Fenici che la portarono dalla Grecia. Per questo motivo ci sono fonti che ci dicono che i Romani chiamavano il mandorlo “noce greca”. Successivamente la pianta trovò diffusione anche negli altri paesi europei e in quelli del bacino del Mediterraneo. La famiglia botanica alla quale appartiene il mandorlo è quella delle Rosaceae, mentre la sottofamiglia è quella delle Prunoideae.
La pianta del mandorlo è molto longeva e al suo massimo sviluppo può raggiungere gli 8-10 metri di altezza. Ha radici molto forti che si espandono nel sottosuolo e i rami, che recano sia gemme a fiore che a legno, hanno una colorazione grigiastra. Le foglie sono simili a quelle del pesco, a forma di lancia e seghettate ai bordi, ma più strette.
I fiori sono di un colore rosato tenue e, in alcuni casi, biancastri.
Il frutto, che può essere dolce o amaro a seconda delle specie, è una drupa che si presenta con un rivestimento esterno carnoso di colore verde al di sotto del quale c’è un altro involucro legnoso che contiene il seme, che poi è la parte edibile, è molto usato nell’industria dolciaria e nelle confetterie. Alcune specie sono autosterili e in alcuni casi si verificano delle eteroincompatibilità per cui è fondamentale che per la fruttificazione della pianta ci sia, all’interno del mandorleto, la presenza di arnie.
La fioritura avviene abbastanza precocemente per tutte le specie, tra gennaio e marzo, ma essa può essere bloccata dalle brinate, per questo le condizioni climatiche ideali per la coltivazione di questa pianta sono quelle delle zone temperate.
Avendo una fioritura molto ricca, il mandorlo è una pianta molto decorativa e quindi anche molto presente spesso nei giardini. Essendo una pianta fondamentalmente rustica, cresce bene in qualsiasi tipo di terreno, tuttavia preferendo quelli leggeri e non troppo umidi perché resiste molto bene anche a condizioni di siccità .
VarietÃ
Tra le diverse varietà di mandorlo, quelle comunemente più coltivate sono le seguenti:
- Franco: è una varietà che si ottiene da semi dolci o amari ed è particolarmente indicato per la coltivazione in terreni non irrigui, ma piuttosto secchi e siccitosi. Questa varietà è particolarmente sensibile alle patologie radicali ma ha una produttività abbondante e offre frutti di ottima qualità .
- GF 677: è la varietà più adatta per impianti a scopo industriale in quanto si adatta co estrema facilità a tutti i tipi di suolo, temendo solo quelli troppo argillosi. Può essere coltivato anche in condizioni di totale siccità . L’entrata in produzione di questa varietà è piuttosto precoce e la sua produttività è decisamente consistente.
- PS A6: ha le stesse caratteristiche e lo stesso vigore della varietà GF 677 anche se, a differenza di questo, teme la siccità . Ha inoltre una fioritura e una fruttificazione più precoce.
- Ferragnes, Fra Giulio, Falsa Barese: sono tre varietà autosterili e a fioritura tardiva. Questo significa che per la loro fruttificazione è necessaria la presenza, nella stessa piantagione, di altre varietà in modo da consentire un’impollinazione incrociata.
- Filippo Ceo, Genco, Tuono e Supernova: sono quattro varietà autofertili.
Portainnesti
Per la coltivazione non industriale del mandorlo, cioè se lo si vuole tenere nel proprio giardino o in un parco, il portainnesto più efficace è il mirabolano in quanto fornisce al mandorlo forza, resistenza e longevità . Per quanto riguarda la produzione industriale invece, il portainnesto da scegliere deve essere funzionale al tipo di terreo e alle condizioni climatiche. Un portainnesto molto usato in questo caso è il pesco che velocizza la fruttificazione e la forza della pianta ma, di contro, ne riduce la longevità .
Impollinazione
I fiori del mandorlo sono generalmente bisessuali e pertanto la loro riproduzione è garantita. Come abbiamo detto in precedenza però spesso alcune piante risultano autosterili e quindi, per avere la produzione fruttifera, è necessario che siano vicine altre piante impollinatrici.
Tecniche di coltivazione
Per quanto riguarda le concimazioni dobbiamo dire che il mandorlo gradisce i prodotti a base di azoto (30-50 unità in autunno e da evitare nei periodi di siccità ) ma soprattutto quelli potassici (100-200 kg/ha)e fosforici (30-40 kg/ha), da distribuire in autunno tramite fertirrigazione. Inoltre anche la concimazione organica è gradita dal mandorlo.
Le potature devono poi essere ridotte al minimo, soprattutto quelle di coltivazione, in modo da consentire alla pianta di svilupparsi rapidamente e diventare produttiva il prima possibile.
La cura del terreno in un mandorleto poi è assolutamente necessaria e, nei mandorleti molto utile risulta l’inerbimento tra le file di piante, da iniziare a praticare dopo i primi tre anni di vita delle piante. L’erba deve essere poi regolarmente sfalciata in modo da formare un tappeto erboso ordinato sotto le piante.
Le innaffiature poi dipendono sia dalle condizioni del clima che dalla varietà del portainnesto. In ogni caso si consiglia di impiantare un’irrigazione localizzata a goccia.
Raccolta
Le piante, a seconda delle cultivar, fruttificano tra agosto e settembre. La raccolta generalmente si effettua utilizzando delle reti che raccattano i frutti caduti naturalmente dallÂ’albero. Esistono anche dei metodi di raccolta meccanica simili a quelli utilizzati per le olive con scuotitori e raccoglitori a ombrello, ma in Italia non hanno ancora trovato ampia diffusione. Una volta raccolti, i frutti vengono lasciati asciugare allÂ’aperto e solo successivamente viene meccanicamente rimosso il mallo. Una volta liberato dal mallo, il frutto viene lasciato essiccare e poi viene predisposto per la conservazione. La maggior parte della produzione viene impiegata nellÂ’industria dolciaria e dei confetti, una piccola parte viene consumata come frutta secca.
Malattie e parassiti
Tra i principali nemici della pianta del mandorlo c’è il “Capnodis tenebrionis”, un coleottero che attacca le piante dallÂ’interno dei tronchi, rosicchiandoli e scavandoci dentro delle gallerie. Un altro nemico del mandorlo è la Bolla, una malattia che attacca le foglie e i germogli, rendendoli più spessi e macchiandoli di giallo-rossastro. Comunque il mandorlo non teme altri insetti o afidi.
In ogni caso, tutte queste avversità vanno tenute sotto controllo cercando di ricorrere il meno possibile a insetticidi che sarebbero fatali anche a quegli insetti utili per lÂ’impollinazione del mandorlo. Tramite lÂ’inerbimento controllato poi si possono introdurre nel mandorleto degli insetti, come il “Bacillus thuringiensis”, che distruggono i nemici della pianta, secondo i dettami dellÂ’agricoltura biologica.
Metodi di coltivazione
Il mandorlo può essere coltivato sotto varie forme. Tra le più comuni ricordiamo:
- A pieno vento: cioè secondo uno schema di crescita naturale, mantenendo la chioma su un fusto di media altezza (120 cm) oppure lasciandolo svilupparsi ad alto fusto (180-200 cm). Questa forma di coltivazione prevede un taglio dei rami nei primi anni di vita in modo da non farli crescere troppo lunghi e, al contrario, far irrobustire il tronco sul quale far formare poi la chioma definitiva. Una volta che l’albero sarà diventato adulto, gli interventi di potatura periodici dovranno riguardare solo lo sfoltimento della chioma e la rimozione di eventuali rami secchi.
- A palmetta: per avviare questa forma di coltivazione il pollone iniziale dovrà essere tagliato a circa 70 cm e, quando l’albero sarà in vegetazione, bisognerà fare attenzione a conservare un ramo verticale e due laterali, eliminando i rami che crescono disordinatamente all’interno della chioma. Il secondo anno il ramo verticale andrà accorciato e si conserveranno altri due rami laterali, che andranno a formare la parte alta della chioma. Nei primi anni sarebbe bene sostenere i rami laterali con dei supporti.
- A vaso: per dare vita a questa forma di coltivazione serve piantare un pollone di un anno e portarlo ad un’altezza di 4-50 cm dal suolo, accorciandone ogni anno i rami più vigorosi e tenendoli lontani dal centro della pianta. Su di essi si svilupperanno altri rami dei quali si conserveranno solo quelli esterni. Per far crescere la pianta robustamente, sarà necessario accorciare i rami nei primi anni, mentre negli anni successivi dovranno essere eliminati solo i rami più disordinati.
CuriositÃ
La mitologia greca è piena di racconti che hanno a che fare con questa pianta, come ad esempio quello della principessa Fillide, figlia del re di Tracia, Sitone, che Atena, per compassione, trasformò in un mandorlo spoglio dopo che la giovane si tolse la vita perché abbandonata dall’amato Demofonte. Al suo ritorno Demofonte venne a conoscenza del destino toccato a Fillide e pianse lacrime di pentimento sotto lo sterile mandorlo. Le lacrime di Demofonte si trasformarono in petali che resero l’albero bellissimo.
Inoltre i fiori di mandorlo sono stati anche soggetti di diversi quadri di Van Gogh, il più famoso dei quali è il “Ramo di mandorlo in fiore” dipinto in occasione della nascita di suo nipote.
Un’altra curiosità legata al mandorlo che nella pratica di alcuni riti magici del passato i fiori di questa pianta venivano utilizzati per realizzare degli elisir d’amore.
Il mandorlo nel linguaggio dei fiori
Essendo i primi fiori a comparire in primavera, i fiori di mandorlo simboleggiano la speranza. Inoltre il fatto che sfioriscano molto velocemente ne ha fatto anche il simbolo della delicatezza e della fragilità .