Descrizione e generalitÃ
Il pino è un albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Pinacee. Il pinus pinea è generalmente chiamato Pino domestico o pino da pinoli ed è un albero tipico delle zone mediterranee. Quando proliferano più pini ci si rivolge all’area boschiva chiamandola pineta. Il pino domestico è originario della Spagna e del Portogallo ma viene coltivato ampiamente da quasi sei mila anni a seguito dell’interesse verso i suoi semi, i pinoli.
In Italia il pino è stato innestato praticamente dovunque, eccezion fatta per le zone montuose. Analogamente, questo tipo di albero è coltivato in Sud Africa, California, Australia, Scozia meridionale ed Europa Occidentale.
Sebbene sia oramai coltivato dovunque, il pino è talmente diffuso in Italia che in altre parti del mondo si è soliti chiamarlo in inglese“italian stone pine” o in francese“pine dÂ’Italie”. LÂ’albero di pino è capace di estendersi in altezza fino a 25-30 metri, con un diametro massimo di quasi due metri. Quest’albero ha un caratteristico portamento con una chioma ad ombrello, composta da rami che puntano verso lÂ’alto e si addensano maggiormente verso punto più alto e centrale del tronco.
Il pino non ha foglie, o meglio, le sue foglie sono degli aghi. Questi aghi di colore verde scuro e lunghi circa 12-15 centimetri, sono raggruppati per 2, 3 o 5 e (a differenza dell’abete) non sono disposti direttamente sul ramo bensì su piccoli e sottili rametti detti brachiblasti. Il tronco del pino ha generalmente un portamento eretto, dritto e slanciato, talvolta tuttavia può biforcarsi e deformarsi (questo può capitare a vecchi alberi e ad una certa altezza).
La corteccia del pino è formata da placche di colore grigio-marrone ed appare molto rugosa. Gli alberi più giovani hanno placche grigiastre e fini mentre invecchiando le placche s’ingrandiscono e s’imbruniscono.
Il pino possiede strutture riproduttive per entrambi i sessi. L’apparato maschile è formato da piccoli coni giallastri alla base dei rami, quello femminile da coni tondeggianti che col tempo s’appesantiscono ed aumentano di dimensioni (fino ad un diametro di 10-12 centimetri). I coni femminili del pino cambiano colore nel corso del tempo, nascono verdi e dopo due-tre anni divengano maturi e appaiono rosso-bruni. Elemento tipico del pino sono gli stromboli, comunemente definiti pigne che maturano in 36 mesi e raggiungono una lunghezza di 8-15 centimetri.
Ogni squama legnosa contiene due semi, detti pinoli (utilizzati ancora oggi per fini alimentari). I semi di pino, i pinoli appunto, sono troppo pesanti per essere trasportati dal vento e venivano generalmente dispersi dagli uccelli. Attualmente è l’uomo stesso ad occuparsi della semina. Tra aprile e maggio i pini formano dei fiori sporofili. Questi sono di due tipi, macrosporofili che sono rossi e nascono vicino dell’estremità dei germogli e microsporofili che sono gialli-arancioni e crescono alla base dei germogli.
Specie
Il pino domestico è il più diffuso tra le specie di pino e quello caratterizzato da una più vivace produzione di pigne e pinoli. Esistono tuttavia altre specie da distinguere:
- Pino d’Aleppo. E’ simile al pino marittimo ed a quello domestico, ma il tronco ha un diametro inferiore. Gli aghi sono sempre raggruppati per due e la corteccia è rossastra. E’ particolarmente resistente alla siccità .
- Pino Marittimo. Si trova vicino alle aree costiere. Ha una chioma conica con rami curvi che puntano verso l’alto. La corteccia è chiara negli alberi gioviani e rossiccia in quelli adulti. Ha bisogno di meno calore rispetto al pino domestico e si trova nell’area mediterranea ed atlantica.
- Pino Silvestre. Raggiunge unÂ’altezza di circa 30 metri e si trova nelle foreste. Il suo legno viene utilizzato per costruire strumenti musicali e mobili oltre che per vari impieghi in ambito navale, cantieristico ed idraulico.
- Cirmolo. Unico dei pini presenti in Europa ad essere nato spontaneamente. Il suo legno, particolarmente pregiato, viene utilizzato per realizzare sculture in legno. Di solito non supera i 15 metri. Si trova ad alta quota.
- Pino Mugo. EÂ’ un cespuglio aghiforme che si trova anche in alta quota. EÂ’ una pianta officinale spontanea in quanto dai suoi rami si estrae un olio essenziale. Ha una corteccia scura ed i rami che puntano verso lÂ’alto.
- Pino nero. Si trova esclusivamente nelle regioni montuose mediterranee. Il tronco è grigio e dritto ed i rami hanno un particolare portamento con aghi densi e scuri.
Coltivazione
I germogli di pino si ottengono piantando i pinoli. Si deve considerare che queste piccole piantine sono estremamente fragili per i primi tempi di vita. Toccare a mani nude un germoglio di primo che abbia ancora poche settimane di vita vuol dire condannarlo perché nella quasi totalità dei casi comincerà a disidratarsi fino a morire.
Quando si vuole creare una pineta si deve pensare allo scopo per la quale essa deve nascere. La vicinanza tra alberi, quindi la densità della pineta, influenza direttamente la vita degli alberi. Piantando molti alberi vicini si avrà certamente una più ricca raccolta di pinoli nell’immediato, ma la pineta cesserà molto presto di essere vitale. Quindi se si preferisce una produzione prolungata nel tempo è preferibile piantare alberi in maniera più diradata. Una pineta da pinoli vive bene per circa 100-120 anni, dopo di che necessita di essere tagliata artificialmente per garantire il rinnovo.
Malattie e parassiti
I Pini possono essere attaccati da funghi, batteri e insetti ma possono risentire anche del clima e dellÂ’inquinamento.
Malattie agli aghi testimoniano problemi d’approvvigionamento idrico, d’eccesso oppure di carenza. Può capitare dunque che cadano gli aghi oppure che si arrossino (in quest’ultimo caso colpevole sarà il Lophodermium). Il Thyriopsis halepensis è un fungo che causa il deforestamento della chioma e che si manifesta con macchiette nere sugli aghi. Il fungo si presenta in casi di ristagni idrici.
La Diplodia pinea consiste nel seccamento degli aghi di pino prima della loro maturazione. Sul pino domestico la diplodia causa l’aborto delle pigne che appaiono grige e con i semi vuoti (fenomeno delle pigne pagliose). Questo fungo sopravvive a lungo anche nei materiali ormai caduti a terra, per questo è bene rimuovere pigne ed aghi infetti.
Alcuni insetti sono capaci di attaccare la linfa dell’albero e ne causano un’inscurimento del legno ed un deperimento degli aghi. In casi più estesi il pino può addirittura morire. La traccia di questa invasione rimane nel legno dell’albero e ne causa un deprezzamento sensibile in quanto diventa un materiale scadente e brutto esteticamente.
Ancora più pericolosi per il pino sono le malattie causate dai funghi alle radici. Una pianta infetta può velocemente contaminare quelle vicine. L’albero ammalato non cresce più e mostra aghi che si diradano e si seccano. Le radici così contaminate emettono un forte odore, dato dalla resina rovinata. La pianta muore velocamente ma il fungo rimane vitale (e patogeno) anche su piante morte.
Gli alberi di pino risentono dell’inquinamento variamente ed è per questo che guardare la salute dei pini può voler dire valutare la salute ambientale della zona. I pini risentono anche di un eccesso di salinità nella falda acquifera, cosa che capita spesso nelle zone limitrofe al mare.
Utilizzi
Il pino è stato largamente piantato fin dai tempi più antichi a seguito della sua produzione di pinoli che venivano sfruttati a fini alimentari. I pinoli erano tanto utilizzati da indurre l’uomo a piantare folti boschi di pini anche in zone non perfette per la sua proliferazione (ad esempio nelle zone del litorale alto-adriatico).
Attualmente, oltre che utilizzato per la bellezza delle pinete e delle ombre, viene sfruttato a fini ornamentali con la creazione di piccoli bonsai sfruttati nel periodo natalizio come mini-alberi di Natale (purtroppo destinati a vita breve, un anno nel migliore dei casi).